QUANDO LA SCUOLA NON VUOL COMUNICARE

Nella società della “conoscenza”, la comunicazione è fondamentale. Ma le scuole sono sempre più autoreferenziali e incapaci di rispondere alle precise domande che vengono loro fatte dalla stessa società. Ed è così che nella Scuola Elementare di TUILI il Dirigente Scolastico ha voluto dare un giro di vite contro i genitori che non osservano – con puntualità – l’orario di ingresso dei propri figli a scuola.

Atto coraggioso ma necessario e sicuramente apprezzato non solo dalle insegnanti ma anche dagli stessi genitori che vogliono sempre una scuola migliore per i loro figli, non soltanto dal punto di vista didattico ma anche dal punto di vista della funzionalità.

“Ed è così che, con l’andar del tempo, alcuni genitori (tra i quali lo scrivente) ci siamo accorti che, nelle giornate invernali e piovose, il portone della scuola veniva aperto agli alunni alle ore 8.30 in punto, come nelle giornate primaverili, lasciando fuori molti bambini (…. guarda caso quelli più puntuali!!!) sotto la pioggia e il freddo invernale durante l’attesa; sarebbe più giusto aprire il portone qualche minuto prima ….

Idem succede che tanti bambini continuano a lamentarsi come non sia possibile usufruire dei servizi igienici nelle ore post-ricreazione; tutti sanno che, durante la ricreazione i bambini corrono, saltano, mangiano e bevono; sembra del tutto normale che dopo qualche ora, a turno, abbiano necessità di usufruire dei servizi igienici!!! Sono stati riscontrati alcuni casi di bambini che sono arrivati a casa dopo le ore di lezione completamente “bagnati” ….

Basta d’altronde un po’ di flessibilità e buon senso …. Ed è così che mi sono permesso – con l’appoggio di tanti altri genitori – di segnalare, per iscritto, tali inconvenienti al Dirigente Scolastico al fine (se possibile) di trovare insieme una (difficile?) soluzione .

Dopo trenta giorni, secondo Voi il dirigente si è degnato di una risposta? ….. bravi, avete indovinato.

E’ vero che il mestiere del dirigente scolastico non è del tutto semplice, in quanto, oltreché rapportarsi con i propri insegnanti e con gli alunni, deve avere a che fare anche con i genitori che a differenza dei primi e dei secondi non hanno timori reverenziali e chiedono soprattutto dialogo e rispetto.

Poiché non esiste una tipologia di genitore chiara ed esportabile, non può neppure esistere una relazione-tipo da tenere con i genitori; l’atteggiamento è però fondamentale: è necessario non essere né troppo accomodanti, né spicci ma neppure liquidatori. Dopotutto i genitori affidano alla scuola il loro bene maggiore: sia che lo si valuti in senso affettivo, sia che lo si valuti come un “investimento”; il figlio è, per tutti, il primo obiettivo della propria vita.

In fondo, i genitori chiedono poco e come nel caso della scuola elementare di Tuili, chiedevano solo una risposta (bastava un semplice “NO”), un segno di rispetto reciproco e un segno di collaborazione.

Dispiace che alle proposte di possibile coinvolgimento civile delle famiglie (accanto ai docenti), in iniziative che avrebbero accresciuto comunemente la forza dell’unità nel percorso scolastico e la consapevolezza delle giuste ragioni della stessa, sia stata preferita una forma di chiusura quasi corporativa e non dialogante da parte del Direttore Scolastico. E’ stata purtroppo prescelta la strada dell’interruzione del dialogo che dovrebbe essere l’elemento principale di una scuola moderna.

Il Dirigente scolastico rappresenta la pubblica istituzione che deve anche (e soprattutto) dare risposte a chi “gli paga lo stipendio” nell’interesse della scuola e della collettività, senza proteggere alcuno o danneggiare qualcun altro: risposte negative o positive, giuste o sbagliate, discutibili o indiscutibili ma pur sempre …. RISPOSTE.

 

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