Ancora loro, ancora protagonisti (sempre in negativo) contro tutti e tutto …. gli “Sconvolts”. È dura quando non conti più niente, o quasi, è dura accettare di non avere voce in capitolo e di non essere un fattore determinante nelle decisioni di una società di calcio; È dura ma questa è la vita. I giocatori passano, così come gli ultras se non sanno rinnovarsi ed adattarsi ai tempi.
Gli Sconvolts, storico gruppo ultras, nato nel 1987, in un periodo in cui il la squadra sarda stagnava in serie C e l’evento di maggior interesse erano i derby con la Torres. Nel corso degli anni gli Sconvolts hanno spesso rappresentato la voce del popolo rossoblù portando avanti battaglie e difendendo i colori della città. Con orgoglio. E senza fare sconti a nessuno.
Già nel mio editoriale del 8 febbraio 2016 ebbi modo di esprimere la mia opinione sulla deleteria iniziativa dello “sciopero del tifoso” organizzata dallo storico gruppo degli ultras Cagliaritani, ebbene, nella partita del 18 settembre 2016 giocata e vinta (3-0) contro l’Atalanta hanno fatto ancora peggio facendo girare un volantino: Prende di mira il portiere, Marco Storari. Uno dei giocatori simbolo della nuova gestione societaria, quella del Presidente Giulini. Uno abituato a fare la differenza, anche da riserva di Buffon alla Juve, e a cui Massimo Rastelli ha dato la fascia di capitano. Inaccettabile per gli sconvolts tanto da ribadirlo in un messaggio diretto (e a tratti delirante).
E così durante la partita ecco alzarsi i cori contro Storari ma tutto il resto dello stadio si ribella. Fischia, non partecipa, decide di dissociarsi dalla battaglia della curva. Sì, perché questo è quello che sta succedendo per davvero e che gli Ultras non riescono ad accettare: che esista un altro modo di tifare, di vivere la giornata allo stadio, di sostenere i giocatori. E in particolare di valutarne il loro impegno sul campo, senza che contino il passato, la storia, la carriera. Le antipatie nei confronti di altre squadre. Sì, perché questo è il calcio moderno: professionisti che cambiano velocemente maglia e che accettano nuovi contratti, nuove sfide, nuove opportunità lavorative.
“Marco Storari non è un mercenario. È un professionista che ha indossato tante maglie e che ha avuto la possibilità di vincere scudetti e trofei. Soprattutto con la Juventus. Era già stato in Sardegna qualche stagione fa, nel 2008, dando il suo contributo in una stagione non facile.
Quello che dovrebbe contare, oggi, è il suo “rinnovato” impegno con la maglia del Cagliari: l’aver sposato il progetto di una squadra ambiziosa che doveva risalire dalla Serie B; il desiderio di portare la sua esperienza, il suo carisma in una piazza che vive di calcio e di ricordi. Da quando è tornato in Sardegna, Storari non ha mai avuto un atteggiamento rilassato e “sbuffoneggiante”; tantomeno si è dimostrato padrone di un qualcosa che non appartiene a nessuno (tantomeno agli Sconvolts) ma che è un bene condiviso. Di una città, di una terra“.
Tra due anni il Cagliari avrà, finalmente, un nuovo stadio. Moderno, iper-tecnologico e accogliente. Una nuova casa per famiglie e tifosi; Per tutti. Forse anche per gli Sconvolts che speriamo che possano continuare a tifare, urlare, sostenere la squadra e “combattere” insieme a lei. Ma senza alzare la voce per pretendere qualcosa che oggi suscita solo fischi allo stadio, indignazione nei social e sorrisi di compatimento. Sì, perché la maglia del Cagliari non appartiene a nessuno. E nessuno, al di fuori di dirigenza e staff tecnico, può decidere chi la indosserà. FORZA CAGLIARI !!!!!
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