Il tetano è una malattia infettiva non contagiosa – dunque non può essere trasmessa da persona a persona – causata da un batterio chiamato Clostridium tetani. O, meglio, da una tossina prodotta dal batterio stesso.
Si tratta di una malattia grave – circa il 10-20% dei casi è letale – che per fortuna può essere facilmente prevenuta con una vaccinazione.
Il batterio vive normalmente nell’intestino di vari animali (esseri umani compresi), per cui viene rilasciato nell’ambiente attraverso le feci. Sotto forma di spore, può essere presente praticamente ovunque, in particolare nella polvere e nella terra, da dove le spore stesse possono entrare nel nostro organismo attraverso ferite anche piccole e banali. Se trovano le condizioni adatte, le spore germinano, dando vita a batteri “attivi” che producono la tossina responsabile della malattia.
Per queste caratteristiche, il tetano può per esempio verificarsi in persone non protette dalla vaccinazione (che va ripetuta ogni 10 anni) alle prese con attività di giardinaggio. Se non vaccinati, anche i bambini possono esserne vittime. A volte, anche il morso di animali può essere veicolo di infezione.
Una forma particolare di tetano è quello che colpisce i neonati – si parla allora di tetano neonatale – osservata soprattutto in Paesi in via di sviluppo. Colpisce bambini nati da madri non vaccinate, che non hanno quindi la protezione conferita nei primi mesi di vita dagli anticorpi materni e si verifica di solito in seguito a infezioni del moncone del cordone ombelicale, particolarmente frequenti quando il cordone stesso viene reciso con strumenti non sterili. Purtroppo, questa forma di tetano è altamente letale.
Questi spasmi sono in genere dolorosi e se colpiscono la muscolatura respiratoria possono arrivare a rendere difficile la respirazione: da qui la possibile letalità della malattia. Altri sintomi includono febbre, sudorazione elevata, tachicardia.
Nella maggior parte dei casi, il periodo di incubazione varia da 3 a 21 giorni. Generalmente, più breve è il periodo di incubazione più grave è il decorso clinico.
I trattamenti da fare riguardano principalmente due fronti:
- pulizia profonda della ferita e somministrazione di anticorpi antitetanici e di antibiotici per evitare che venga prodotta nuova tossina e che quella già liberata continui a raggiungere le terminazioni nervose;
- somministrazione di farmaci in grado di controllare gli spasmi muscolari (per esempio sedativi e anestetici generali).
Se i sintomi sono già particolarmente gravi potrebbe essere necessaria la ventilazione meccanica a supporto della respirazione.
Oltre a questo, potrebbero essere necessarie terapie specifiche per eventuali complicazioni insorte in seguito all’infezione, tra le quali per esempio polmonite o fratture ossee.
Poiché la malattia non conferisce immunità, i pazienti che hanno avuto il tetano dovrebbero iniziare o continuare il ciclo vaccinale non appena le loro condizioni cliniche lo consentano.
Con il tetano, dunque, non si scherza, ma la buona notizia è che si tratta di una malattia facilmente prevenibile, grazie alla vaccinazione.
Il vaccino antitetanico è sul mercato fin dai primi anni ’40 e si basa su una forma chimicamente inattivata della tossina. In genere, il vaccino è combinato con quello contro la difterite e quello contro la pertosse ed è parte del cosiddetto esavalente. La vaccinazione contro il tetano è tra quelle obbligatorie in Italia.
Secondo il calendario vaccinale 2017-2019, per i nuovi nati sono previste tre dosi di vaccinazione (con esavalente) – al terzo, quinte e undicesimo mese – più due richiami a 6 anni e in adolescenza. Dopo l’adolescenza, va fatto un richiamo ogni 10 anni.
Come per gli altri vaccini, l’antitetanica non va fatta se il bambino ha avuto reazioni allergiche gravi al vaccino stesso, mentre va rimandata se sono in corso malattie acute moderate o gravi o malattie neurologiche non ancora stabilizzate o senza causa identificata.
Molto più raramente, possono verificarsi dolore e perdita temporanea di motilità del braccio (si parla di neurite brachiale) e perdita temporanea e generalizzata di motilità e sensibilità (sindrome di Guillain-Barré). Come per altri vaccini, ancora più raramente possono verificarsi effetti più gravi come shock anafilattico (grave reazione allergica).
Fonti per questo articolo: materiale informativo dell’Istituto superiore di sanità, materiale informativo dei Centers for Disease Control and Prevention (CDC) di Atlanta (USA)
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