Vaccino per la Poliomielite

La poliomielite è una malattia causata da tre distinti ceppi virali e colpisce i bambini al di sotto dei cinque anni di età. È altamente infettiva e si tramette per via orale, come un’influenza.

Il virus invade il sistema nervoso e provoca paralisi nel giro di qualche ora. In un caso su 200 la paralisi (in genere di una gamba) è irreversibile. Tra coloro che vengono colpiti da paralisi, il 5-10% muore per blocco della muscolatura respiratoria.

Prima della vaccinazione, in Italia si verificavano migliaia di casi di poliomielite (nel 1958 ne registrarono più di 8.000), con centinaia di morti.

Secondo l’Oms, la poliomielite è diminuita del 99% dal 1988 a oggi. Nel 2010 sono stati segnalati solo 1.349 casi nel mondo (contro gli oltre 350.000 del 1988). Ciò è dovuto alla diffusione del vaccino. Si potrebbe pensare che ciò basti a interrompere la pratica della vaccinazione: in fondo è una malattia ormai molto rara.

Purtroppo non è così: basta un solo bambino colpito per considerare la malattia ancora attiva a livello mondiale. Tra il 2009 e il 2010, 23 paesi dichiarati precedentemente liberi dalla polio sono stati reinfettati per via di virus importati dai luoghi dove la malattia è ancora endemica (tra questi l’Afghanistan, l’India, la Nigeria e il Pakistan).

L’Oms ha in corso una campagna volta all’eradicazione totale della malattia:per fare ciò è necessario che i piccoli dei Paesi dove la malattia non c’è più continuino a essere vaccinati con la forma più blanda di vaccino, quello che contiene il virus inattivato (il cosiddetto vaccino Salk, dal nome dello scopritore).

Nei Paesi a rischio, invece, si usa ancora il vaccino con il virus attenuato (cioè ancora parzialmente vivo, detto anche vaccino Sabin dal nome dello scopritore), che si somministra per bocca (mentre il Salk si somministra con un’iniezione intramuscolare). In Italia, in concomitanza con la certificazione dell’Oms di avvenuta eradicazione della polio dalla Regione Europea, nel giugno 2002, si è passati alla somministrazione del solo vaccino inattivato, che spesso è combinato ad altri vaccini (nel vaccino esavalente con difterite, tetano, pertosse, epatite B, Haemophilus influenzae b).

Il ciclo di base comprende tre dosi nel primo anno di vita, con un richiamo quinto-sesto anno. La copertura è molto lunga, teoricamente per tutta la vita. Consulta il calendario vaccinale.

Metà dei bambini vaccinati con il vaccino esavalente non mostra alcuna reazione negativa. Nel 20% dei casi si manifestano gonfiore e rossore locale nel punto di iniezione che guariscono in 48 ore. Il dolore può essere alleviato con impacchi freddi e paracetamolo.

Talvolta può presentarsi febbre, nel qual caso è bene dare da bere molti liquidi, non coprire troppo il bambino, somministrare paracetamolo sopra i 38 °C.

Con il vaccino orale attenuato (Sabin, non più in uso in Italia) esiste anche un remoto rischio di contrarre la malattia. Negli Usa sono stati riferiti 125 casi di polio da vaccino tra il 1980 e il 1994 (1 caso ogni 500-600.000 dosi). In Italia, tra il 1980 e il 1999 i casi sono stati 19. Tale rischio è però oggi inesistente, dal momento che si è passati alla forma che non contiene il virus (vaccino Salk).

Con il vaccino inattivato usato oggi le reazioni gravi sono rarissime: in un caso ogni 10mila vaccinati vi possono essere convulsioni legate alla comparsa di febbre alta che in genere non lasciano sequele. In meno di un caso ogni milione di vaccinati si può presentare shock anafilattico (una reazione allergica grave con difficoltà di respiro, pressione bassa e gonfiore nel punto di somministrazione che richiede un rapido intervento del Pronto soccorso).

Fonti: le informazioni sull’efficacia e le indicazioni dei vaccini, e i dati epidemiologici contenuti nelle schede informative sui singoli vaccini sono basati su documenti ufficiali dell’Istituto superiore di sanità e dei Centers for Disease Control and Prevention (CDC) di Atlanta (USA)

 

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