Vaccino per l’epatite B

L’epatite B è una malattia virale che si trasmette attraverso il sangue e i fluidi corporei, quindi per contagio da persona a persona (in genere attraverso rapporti sessuali, trasfusioni o uso di droga). Può essere trasmessa anche ai neonati da madri infette.Colpisce il fegato causando perdita di appetito, nausea, ittero (colorazione gialla della pelle e degli occhi), dolori articolari.

Nel 50% dei casi di contagio infantile, chi viene infettato non manifesta i sintomi ma diventa portatore sano. Ciò significa che il virus continua a vivere nell’organismo. Lo stesso fenomeno accade solo nel 10% degli adulti. La presenza del virus nel corpo non è ininfluente: col tempo (in genere 30-40 anni), i portatori sani possono sviluppare complicanze gravi come un’epatite cronica e un tumore del fegato. In Italia la vaccinazione contro l’epatite B è stata resa obbligatoria nel 1991. Fino al 2003 è stata obbligatoria anche per i dodicenni, dopodiché si è raggiunta la copertura totale dei nuovi nati e quindi è stata sospesa la campagna per gli adolescenti. Da allora i casi di cronicizzazione sono drasticamente diminuiti.

Il vaccino è costituito da un antigene di superficie del virus, cioè una proteina che in genere si trova sulla parte esterna del virus stesso e quindi è in grado di attivare il sistema immunitario nel riconoscimento dell’infezione. L’antigene è prodotto in laboratorio utilizzando la tecnica del DNA ricombinante, cioè una sorta di “stampo” genetico. Non viene quindi estratta dal virus naturale, ma è una copia fedele. Il vaccino contro l’epatite B è parte del vaccino esavalente.

Vengono vaccinati tutti i bambini nel corso del primo anno di vita (con tre dosi a tre, cinque e 11 mesi di vita), i neonati nati da una madre portatrice (per ridurre il rischio di contagio durante il parto) e tutte le persone a rischio (per esempio medici, infermieri, conviventi di portatori cronici della malattia eccetera).

Non possono essere vaccinati i bambini con reazioni allergiche a componenti del vaccino. La somministrazione va rimandata in caso di malattia acuta grave o moderata.

Il vaccino è efficace al 95%, la sua copertura dura tutta la vita.

Circa il 50% dei bambini a cui viene somministrato il vaccino esavalente manifesta qualche effetto collaterale lieve (febbre in un terzo dei casi, reazioni locali nel 20%) che scompaiono nel giro di 48 ore. Se durano più a lungo, consultate un medico poiché potrebbero avere una causa diversa dal vaccino.

In uno-due casi su 10mila si verificano convulsioni legate a febbre alta, in un caso su un milione uno shock anafilattico.

Nell’ottobre del 1998 la Francia ha sospeso temporaneamente la vaccinazione contro l’epatite B perché sospettata di provocare o riacutizzare la sclerosi multipla, una grave malattia neurologica. La sospensione era il frutto di alcune sentenze emesse da tribunali francesi su pressione di gruppi contrari alle vaccinazioni.

Nel corso dello stesso anno l’Organizzazione mondiale della sanità ha riunito gli esperti in materia che, alla luce di studi scientifici, hanno negato qualsiasi relazione e invitato la Francia a riprendere la campagna di vaccinazione, il che è avvenuto. Da allora non è mai stato dimostrato alcun legame, anche se l’informazione errata è ancora riportata come vera su numerosi siti Internet.

Fonti: le informazioni sull’efficacia e le indicazioni dei vaccini, e i dati epidemiologici contenuti nelle schede informative sui singoli vaccini sono basati su documenti ufficiali dell’Istituto superiore di sanità e dei Centers for Disease Control and Prevention (CDC) di Atlanta (USA)

 

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