Oggi 6 marzo 2014, ho deciso di prendermi 15 minuti di permesso lavorativo (ho stimbrato il cartellino credetemi!!) per compiacermi di avere un lavoro bellissimo e scriverlo sul mio blog.
Negli ultimi 4 giorni ho avuto la fortuna di conoscere tantissime persone (circa 70) con problemi più o meno gravi, legati allo stato di salute e richiedenti lo stato di invalidità civile; dal furbastro di turno che riteneva di essere creditore verso lo stato, allo sfigato perenne che, nonostante afflitto da varie e ingravescenti patologie (peraltro ben documentate), non riesce ad ottenere il minimo punteggio di invalidità che gli garantirebbe un assegno minimo di 289 euro al mese.
E’ alquanto triste vedere uscire dal mio ufficio una persona alias “il mio prossimo”, con la delusione dipinta negli occhi ma mascherata da una dignità umana molto difficile da descrivere: “La brutta notizia glielo data io”, proprio così: “quell’invalidità tanto attesa che ha riempito di sogni e progetti i 4 mesi precedenti alla data di oggi”. E adesso? “dottore, cosa posso fare?”.
Vorresti sempre avere la risposta giusta ma a volte ….. “Guardi, io non sono dottore o perlomeno fino a stanotte; Ha controllato se le patologie riscontrate nel certificato di invalidità sono le stesse per le quali Lei chiedeva lo status di invalido?” risposta: “SI” …….. Mi dispiace.
Il rovescio della medaglia può avvenire a distanza di pochi minuti: Posso citare l’ultimo caso avvenuto circa 11 minuti fa: Una signora di 52 anni (apparentemente con viso provato da depressione e tristezza causa la malattia) entra con il proprio marito per chiedere notizie sullo stato della sua pratica. Mentre effettuo il controllo sul terminale, lei mi dice che la visita è avvenuta presso l’ambulatorio medico legale dell’INPS DI CAGLIARI e che la sua impressione è stata molto negativa.
Trovo il nominativo, noto che la pratica è stata appena chiusa e quindi resa definitiva; apro il file contenente il verbale, lo leggo, guardo negli occhi la signora, lei guarda fissa nei miei occhi e sussura: “Non me l’hanno accettata vero?”.
Non sai a questo punto come dirglielo, distolgo lo sguardo e lo sposto verso il marito che siede al suo fianco ma lui, quasi come se gli stessi lanciando un martello in fronte, china subito il capo; “INVECE SI, GLIELA HANNO ACCETTATA” .
Passa qualche secondo e dagli occhi della signora incominciano a scendere delle lacrime: “davvero? Non ci credo”; mio marito due mesi fa ha perso il lavoro (peraltro lavorava in nero) e ho a casa due ragazzi che stanno studiando ……; proprio ieri, con mio marito, ci siamo guardati negli occhi e ci siamo detti che stavamo sprofondando”.
“Sono felice che, ogni tanto, qualche buona notizia riesco a darla pure io …… di solito cerco di regalare solo speranze (senza illusioni!!) in quanto è l’unica cosa che riesco a fare bene” Rispondo con soddisfazione.
Saranno 289 euro al mese, pochi per alcuni ma abbastanza per altri: non sapremo mai se sono davvero tanti ma di sicuro saranno sempre e comunque importanti se apprezzati.
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